


Nasce a Dallas il 24 gennaio del 1943.Figlia di un colonnello dell’esercito, Sharon sin da bambina era stata destinata, data la sua bellezza, allo spettacolo. A sei mesi vince un premio e a 16 anni diventa Miss Washington.
Il padre per lavoro viaggia molto. La famiglia Tate si trova nel 1960 a Roma e il padre farà posare Sharon per la rivista militare Star and Stripes.
In Italia Sharon conosce attori famosi quali Paul Newman e Jack Palance, che ne fu così colpito da raccomandarla per un provino.
Tornata negli Stati Uniti, Sharon farà la ‘gavetta’(si fa per dire) in televisione e conoscerà Jay Sebring, parrucchiere delle dive,con cui ebbe una relazione e che le chiederà di sposarlo. Al suo rifiuto, Sebring le rimarrà accanto fedelmente fino a condividerne la morte nella notte di Cielo Drive.
Sharon a Londra farà due importanti incontri: Alex Sandersfondatore della Wicca Alexandriana, che la iniziò allareligioneneopaganawicca, e Roman Polansky che la vuole per il film che sta girando: Per favore, non mordermi sul collo! (1967).
Polansky la vuole anche per il film successivo Rosmary’s Baby, ma la produzione gli impone Mia Farrow. E’ la fine del 1968 e Sharon rimane incinta, e lei e Polansky si trasferirono nella nuova casa a Cielo Drive, un quartiere di Beverly Hills.
Un giornalista in un’intervista alla fine di luglio chiese a Sharon se credeva nel destino, e lei rispose: “Certo. Tutta la mia vita è stata decisa dal destino. Penso che qualcosa di più potente di noi decida i nostri destini per noi. So una cosa, non ho mai pianificato niente di ciò che mi è successo”.
L’8 agosto 1969 Sharon è a Cielo Drive, attende Roman, che prima le promette che la raggiungerà, poi le ritelefona e le dice che impegni di lavoro lo trattengono a Londra. Sharon non prende bene la cosa, è nervosa e rifiuta anche la compagnia delle due sorelle che la vogliono raggiungere alla villa.
I quattro cenano fuori e fanno ritorno alla villa approssimativamente verso le 22.30.
La villa era di proprietà di Terry Melcher, artista e produttore musicale, nonché figlio di Doris Day, che aveva espresso inizialmente interesse nei riguardi di alcune canzoni composte da Charles Manson, ma che successivamente si era rifiutato di scritturarlo come musicista per la Columbia Productions. Manson si era recato in quella villa a febbraio del ’69 col desiderio di incontrare nuovamente Melcher per fargliela pagare, ma era stato allontanato da un fotografo amico della Tate che gli aveva rivelato che la villa adesso apparteneva ai coniugi Polanski.

Quindi Manson sapeva che nella villa non c’era Terry Melcher, che per l’accusa al processo per la strage Tate-La Bianca fu il movente degli omicidi. Manson odiava Melcher perché gli aveva rifiutato le sue canzoni. Non si capisce allora perché Manson abbia deciso di colpire ‘a caso’. L’accusa al processo sostenne che Manson era giunto a odiare tutto il mondo che contava dello spettacolo, che odiava la gente con i soldi, poiché a lui era toccata in sorte un’infanzia di stenti. Comunque sia, cade il movente: Manson era a conoscenza che nella villa non c’era la persona che voleva uccidere.
Altra anomalia, non fu mai stabilito se Manson nel momento della strage aspettava in macchina, oppure nel ranch dove risiedeva l’organizzazione. Coloro che materialmente eseguirono gli ordini furono Charles “Tex” Watson (a cui Manson diede il comando della operazione stragista), Susan Atkins, Patricia Krenwinkel e Linda Kasabian.
CHARLES MANSON NACQUE A CINCINNATI IL 12 NOVEMBRE1934. SUA MADRE, KATHLEEN MADDOX, ERA FIGLIA DI GENITORI MOLTO RELIGIOSI, DA ADOLESCENTE FUGGÌ DI CASA E FECE LA PROSTITUTA. EBBE CHARLES CON UN CERTO COLONEL SCOTT CHE NON LO RICONOBBE. IN SEGUITO SPOSÒ WILLIAM MANSON, CHE ACCETTÒ DI PRENDERNE LA PATRIA POTESTÀ. IL MATRIMONIO FINÌ PRESTO, LA MADRE RICOMINCIÒ A FARE LA VITA DI SEMPRE, E CHARLES VENNE AFFIDATO ALLE ‘CURE’ DEGLI ZII, DEI FANATICI RELIGIOSI: LO ZIO OBBLIGÒ CHARLES A VESTIRSI DA BAMBINA IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA E LO SOTTOPOSE A OGNI GENERE DI INSULTI E UMILIAZIONI. E, PER FINIRE, LA ZIA LO PICCHIAVA.
A 12 ANNI CHARLES SCAPPÒ DI CASA. RAGGIUNSE LA MADRE, CHE L’ACCOLSE DICENDOGLI DI ANDARE AL DIAVOLO. E COSÌ MANSON FECE. SI DEDICÒ A PICCOLI FURTARELLI. ENTRAVA E USCIVA DALLA PRIGIONE, DOVE FU VIOLENTATO DAI CARCERATI PIÙ GRANDI.
L’INFANZIA DI CHARLES MANSON È DA COPIONE PER LA CREAZIONE DI PERSONALITÀ MULTIPLE DESCRITTE NEI LIBRI DI D. ICKE. LA VIOLENZA CARNALE NELLA PRIMA INFANZIA CREA UNO SQUILIBRIO NELLA PSICHE, SI FORMANO PERSONALITÀ NASCOSTE, CHE CON PROCEDURE IPNOTICHE POSSONO ESSERE CONDIZIONATE ED ATTIVATE IN CERTI MOMENTI OPPORTUNI. INOLTRE, A CHARLES FU DATO IL COGNOME MANSON, MAN-SON, OVVERO FIGLIO DELL’UOMO, E IN SEGUITO CHARLES SI CONSIDERÒ UNA REINCARNAZIONE DI GESÙ CRISTO.
Nel 1967 Charles è a S.Francisco, sa suonare la chitarra, ha una personalità carismatica, raccoglie intorno a sé una cinquantina di giovani che lo seguono come fosse un profeta, ha contatti con musicisti rock del periodo, quale Dennis Wilson, batterista dei Beach Boys, che all’inizio lo finanzia per fare un disco, poi l’abbandona e gli ruba una canzone che metterà in un album.
Manson ha contatti con importanti Chiese Sataniche del periodo, quale The Process, da cui trarrà gran parte della sua dottrina. Il gruppo di Manson verrà battezzato The Family. La Famiglia spaccia droga, realizza film pornografici con le ragazze del gruppo. I filmini vengono venduti a produttori, attori e uomini di spettacolo. Si dice che siano stati girati anche degli snuff films. Intorno a Manson gravitava tanta gente, gente della controcultura che conta, tanto che uno degli esecutori degli omicidi ordinati da Manson, la strage seguente a quella di Cielo Drive, era Bobby Beausoleil, attore di Lucifer Rising di Kenneth Anger.
Manson non era quindi un isolato, dei suoi ‘servigi’ si servivano in molti. Le ragazze, oltre a fare film porno, si prostituivano e la Family era tra i maggiori spacciatori di droga.
Ci sarebbe da spiegare come un ladruncolo che entrava e usciva dal carcere e che veniva puntualmente violentato dagli altri carcerati, possa trasformarsi in un bravo musicista rock e in un carismatico ammaliatore. Si dice che i ragazzi che lui faceva adepti erano degli sbandati, e sia, ma tra questi c’erano figli di gente con i soldi, tanto che il ranch della Family era stato messo a disposizione proprio da una delle adepte.
Nel processo e sui rotocalchi del tempo ci si interessò solo delle orge della Family, sulla pazzia di Manson, sul suo rancore contro tutto il mondo dello spettacolo, si pretendeva subito un mostro, anche Nixon invitò la giuria a risolvere subito il processo con un’esemplare condanna. Ma poco si è saputo sul mondo che orbitava intorno a The Family Manson, alle loro conoscenze e amicizie. Durante il procedimento, l’avvocato dell’accusa Bugliosi terrorizzò la giuria invitandola ad accelerare il verdetto: parlò del forte pericolo delle potenti doti ipnotiche dell’accusato!
9 agosto 1969
Ritorniamo alla sera della strage. Linda Kasabian fa da palo, gli altri tre, armati di coltelli, un revolver e un filo di nylonlungo 13 metri, scavalcano il recinto della villa, tagliano i fili del telefono, ma un amico del guardiano della villa, Stephen Earl Parent, li nota, tenta di fermarli ma viene abbattuto con una rivoltellata.
I membri della Famiglia entrano nella villa. Forse gli inquilini, colti di sorpresa, avranno pensato che si trattava di normali ladri, ma ben presto si accorgeranno di trovarsi di fronte a demoni usciti da uno dei portali dell’inferno.
L’ordine di Manson era di commettere il crimine più orrendo di cui fossero stati capaci, voleva che tutti fossero uccisi, squartati e appesi agli specchi.
Il massacro, ora, poteva avere inizio. I quattro della villa furono tutti fatti stendere a terra nel salone. Sebring, resosi conto delle intenzioni del gruppetto, implorò perché Sharon fosse lasciata stare: era incinta, disse. Per tutta risposta Watson gli si accostò e gli sparò all’ascella, poi gli altri si avventarono su di lui finendolo con una serie di pugnalate. Watson con cura meticolosa legò una corda che aveva con sè al corpo di Sebring, la fece passare al di sopra della trave al soffitto, e facendo due cappi li legò al collo di Sharon e Abigail, che per non morire soffocate dovevano stare sulle punte dei piedi. Ormai le menti delle due donne erano giunte sul limite dell’abisso, dove si precipita o si affonda in un’ebete follia. Il gruppetto della Famiglia si ciba di questo terrore, sente le emanazioni che dalla mente passano nel sudore del corpo. L’intera villa odora di morte, paura. E tutto ciò eccita ancora di più le menti degli assassini.
Watson ordina a Susan Atkins di eliminare Frykowski. Susan non è molto veloce, se lo lascia scappare, ma incitata da Watson lo insegue nel giardino e gli si avventa alle spalle colpendolo con una fitta dose di coltellate. Sente la carne che si squarcia e il sangue che le bagna le mani.
Intanto, la Folger trova la forza di liberarsi e fuggire. Anche lei verrà raggiunta e riempita di coltellate.
Tutti sono morti. In quel momento Sharon è ancora lucida, lo fa per suo figlio, spera in un barlume d’umanità, s’illude.

Susan Atkins, ancora su ordine di Watson, la uccide con sedici coltellate per poi leccarsi il sangue dalle dita e disse di aver provato un orgasmo.( In un’intervista successiva, ammise di aver provato un vago senso di rimorso verso la creatura che portava in grembo Sharon ormai morta…di essere ritornata accanto al corpo dell’attrice e di aver tentato di aprire la pancia di Sharon per poter estrarre il bambino che forse era ancora vivo…ma la fermarono i gorgoglii che emetteva il sangue della vittima che fuoriusciva dal corpo e l’orrore di estrarre il feto dal grembo materno. Così rinunciò, prese un asciugamano, lo imbevve del sangue di Sharon e scrisse su una finestra: PIG)
Per finire legano una corda al collo di Sebring e Sharon. Quando vennero ritrovati, i due corpi erano uniti da quella lunga corda legata intorno al collo, come un cordone ombelicale dagli oscuri significati.
La polizia era incapace di trovare un movente per il delitto.

I funerali delle cinque vittime ebbero luogo il 13 agosto. Sharon Tate fu sepolta nella Holy Cross Cemetery, a Culver City, in California, con il suo bambino, Paul Richard Polanski, tra le braccia, come il fantasma di un film gotico.
10 agosto 1969
I massacri dell’organizzazione non si placarono, e il giorno seguente vennero uccisi l’imprenditore Leno LaBianca e sua moglie Rosemary.
Poi fu il turno di un insegnante di musica, Gary Hinman, che qualche mese prima aveva dato ospitalità alla Family osando poi cacciarli.
26 agosto 1969
L’ultimo assassinio attribuito a “The Family” fu quello di un membro stesso della setta, Donald Shea (soprannominato “Shorty”), colpevole di aver denunciato l’organizzazione e di aver sposato una donna nera. Venne brutalmente ucciso e la sua salma venne tagliata in nove pezzi.
IL PROCESSO
Nel 1970 iniziò il processo contro Charles Manson. Charles non confessò gli omicidi della sua banda, né di altre azioni criminali; Susan Atkins, invece, rivelò che Manson aveva programmato di uccidere in seguito nomi noti nello show business come Liz Taylor, Steve McQueen, Richard Burtone Frank Sinatra, pur non avendo prove materiali a sostegno.
Il 29 marzo1971 il processo si chiuse con la condanna a morte di tutti i componenti della “Famiglia”, ma nel 1972 lo Stato della California abolì la pena di morte, e Manson e la sua setta vennero spostati dal braccio della morte al carcere, con pena commutata in ergastolo.
LE IPOTESI DI OMICIDIO
Non si conoscono con esattezza i moventi che spinsero la banda di Manson a uccidere. Alcuni specialisti avanzano l’ipotesi che Manson fosse ossessionato dalla fama: non essendo riuscito a diventare una rockstar come aveva sempre sognato, avrebbe scelto l’alternativa più facile, dei folli omicidi che attirassero l’attenzione dell’opinione pubblica.
Altri ritengono che Charles, essendo vissuto nella povertà e in mezzo alla strada, odiasse le persone ricche e famose e per questo covasse desideri di vendetta.

Charles Manson non corrispondeva esattamente alla personalità dell’assassino a sangue freddo. Aveva più l’aspetto del ladruncolo di auto da strapazzo, dall’aspetto vile, lo sguardo sfuggente e i modi volgari. Capace, all’occorrenza, di sfoderare un certo fascino che gli consentiva di manipolare le persone, gli fu diagnosticato dagli psichiatri, un carattere antisociale ed instabile. Durante una delle sue detenzioni, avvenne il cambiamento cruciale che fece di Charles ‘Charles Satan Manson’, come lui si faceva chiamare. Durante questo periodo di detenzione succedono tre cose importanti nella sua vita: impara a suonare la chitarra da un detenuto più anziano; si sottopone alla nuova terapia sperimentale, definita “training emozionale”, una sorta di terapia di gruppo finalizzata all’automiglioramento, grazie anche a “sessioni di dinamiche mentali”, resa celebre dal guru Dale Carnegie; infine, pur essendo poco più che analfabeta, in carcere aveva cominciato a studiare l’Apocalisse, la parte della Bibbia colma d’immagini di bestie cornute, dannati e fiamme infernali.
Uscito dal carcere prende contatti con Scientology e subito dopo con The Process, importante chiesa satanica, dalla complessa filosofia e teologia che unisce l’occultismo alla psicologia junghiana e adleriana.
The Process Church of the Final Judgment fu un gruppo fondato, dopo una scissione da Scientology, da Robert DeGrimston (n. 1935), aristocratico e intellettuale, e da Mary Anne, appartenente all’alta borghesia e prostituta, negli anni ’60. La sua teologia era di tipo satanista cristiano (ma con influenze gnostiche):
Dio era formato da quattro componenti:
Cristo,
l’amore
Jehovah,
il collerico e vendicativo Dio dell’Antico Testamento;
Lucifero,
il portatore di luce che invita l’uomo a godere pienamente della vita, di essere gentile e vivere in pace e armonia con gli altri;
Satana,
che instilla nell’uomo due sentimenti opposti, vale a dire l’elevarsi al di sopra delle necessità fisiche ma anche lo sprofondare al di sotto dei codici comportamentali umani per indugiare nella violenza e nella fisicità.
Il pantheon di questa setta tuttavia era popolato di altri essere sovrannaturali, sia della categoria degli angeli che di quella dei diavoli. Il punto nodale del sistema teologico deThe Process Church era la futura unità degli opposti: Cristo e Satana. Quando ciò sarebbe avvenuto, ci sarebbe stata la fine del mondo e Cristo sarebbe venuto per giudicare l’umanità, Satana per eseguire il giudizio.
La Chiesa, entrata in crisi negli anni ’80, si evolse dal 1988 nella più laica Society of Processeans, ma risulta che neppure quest’ultima sia più attiva.
Da loro Manson trasse la teoria che prevedeva che, all’approssimarsi della fine del mondo, Cristo e Satana avrebbero stretto un’alleanza.
Fu a causa di Susan Atkins che gli omicidi vennero scoperti. La Atkins, infatti, arrestata per un furto, prese a vantarsi, con una compagna di cella, di essere tra le artefici dell’omicidio Tate. La compagna informò di questo una guardia. La Atkins all’inizio collabora, poi ritratta tutto. L’accusa allora si avvalse della testimonianza di Mary Brunner e Linda Kasabian, che comunque si disse che erano così fuori di testa per tutta la droga che avevano preso che non sapevano distinguere la realtà dalla fantasia.
Si parlò che Manson voleva far ricadere gli omicidi sulla comunità negra, seppure sia l’ambiente hippy che satanista erano ben lontani da simili posizioni razziste. Inoltre, l’accusa non seppe dire di che genere di rituali satanici la Famiglia Manson officiava, se non una confusa teoria presa da altre Chiese Sataniche unita all’odio razziale e a quello personale contro il mondo dello spettacolo di Manson.
In una udienza del 1970 Charles Manson disse alla corte: ”Non sono mai andato a scuola, quindi non ho mai imparato bene a leggere e scrivere, ho sempre vissuto in prigione e sono sempre stato un pò stupido e bambino, mentre vedevo il mondo davanti a me diventare grande. Adesso guardo le cose che voi fate e non le capisco. Mangiate carne e uccidete esseri che sono migliori di voi, poi dite che i vostri figli sono degli assassini. Siete voi a fare dei vostri figli quello che sono… Questi figli che vengono da voi con i coltelli in mano, sono i vostri figli.”
Non ci interessa stabilire se siano stati o no i componenti della Famiglia Manson a commettere materialmente gli omicidi, cosa del resto che il processo a sentenziato, quanto i rapporti e le connivenze del gruppo con altre Chiese Sataniche e con il mondo della controcultura e dello spettacolo.
Sempre restando nel campo delle ipotesi, la vita di Manson può essere letta come un lungo condizionamento per preparare una mente squilibrata ad atti di cui altri trarranno beneficio, e che infine servirà da capro espiatorio.
Quindi Manson e il suo manipolo di squilibrati possono aver commesso materialmente gli omicidi, ma queste stragi potrebbero essere state pensate e volute da altri. Cosa sappiamo di chi era presente, oltre ai quattro assassini della Famiglia, al momento della strage a Cielo Drive?
La parabola di Manson da furfantello da strapazzo ad abile manipolatore di anime certo suscita qualche perplessità.
Poi gli omicidi dei coniugi LaBianca seguenti quelli di Sharon Tate non si spiegano con l’odio di Manson per la gente dello spettacolo. Viene ucciso un industriale che nulla aveva a che fare con il mondo dello spettacolo. L’idea è che sia stata solo una strage per depistare. Poiché è più che plausibile pensare che non fu uccisa Sharon per caso, ma volutamente. E poi: come spiegare l’assenza di Polansky a Cielo Drive? Tra le ipotesi, non è peregrino pensare che l’uccisione di Sharon sia stata una vendetta contro Polansky, oppure un avvertimento.
Ci sono strane analogie: Polansky termina di girare un film proprio sul satanismo, Rosemary’s Baby, film che in origine doveva essere interpretato dalla Tate, e nello stesso periodo questa rimane incinta come la protagonista del film. Viene uccisa da una presunta setta satanica, la quale il giorno dopo uccide un’altra donna con il nome Rosemary, e Mary era anche il secondo nome di Sharon.
Da alcune informazioni sappiamo che Sharon era stata iniziata alla Wicca, quindi alla stregoneria.
La sorella di Sharon, Patty Tate, scrisse in un suo libro,Synonymous With Evil?: ‘Pochi sanno che mia sorella era affascinata dal demonio. Sharon, quando aveva incontrato Roman Polansky, si era subito interessata a lui per la fama diabolica che il regista polacco si era conquistata con la sua opera e anche con alcuni episodi della sua vita’
Se andiamo alla filmografia di R. Polansky la vediamo intrisa di un onirismo a sfondo occulto, dove in alcuni titoli, come Rosemary’s Baby e La Nona Porta, l’occulto si palesa chiaramente senza coperture.

Già nei magistrali cortometraggi realizzati dal giovane Roman alla scuola di Lodz dal ’57 al ‘62, tutti i temi che in seguito svilupperà nelle sue pellicole vi sono in nuce contenuti. Ci sono continui riferimenti ad omicidi gratuiti, una violenza a volte mostrata, altre volte sotterranea; nei cortometraggi una splendida e geniale colonna sonora fatta di accordi sospesi e rumori amplificati e distorti tende a creare l’atmosfera per un film dell’orrore; si susseguono immagini infernali, oggetti che sembrano posseduti, vivi. In uno dei corti, ci sono bambole, tra cucù e arlecchini in scatole a molla, che bruciano nelle fiamme infernali in un negozietto che ripara vecchie bambole.
I personaggi dei suoi film prima della strage di Cielo Drive e dopo (Repulsion, Cul de Sac, L’inquilino del Terzo Piano) agiscono spesso sotto una specie di possessione, che ha tutto l’aspetto di una possessione diabolica. Tutta la sua filmografia sembra un Oscuro presentimento, come lui stesso dice nella sua biografia nel capitolo dedicato alla strage: l’ultima volta che vide Sharon, prima di raggiungerla come preventivato a Cielo Drive, ebbe la netta impressione – il presentimento – che non l’avrebbe più rivista.
Quando Sharon viene uccisa, e la polizia brancola nel buio, è il padre di Sharon ad assoldare un investigatore per scoprire i colpevoli. Nella sua biografia, Polansky sembra dare poca importanza alla sua opera filmica e alle vicende più oscure della sua vita, tende ad affrontare tutto dicendo che dopo un film si precipitava a fare una bella sciata in montagna o una gita in barca. L’episodio della biografia che parla di Sharon Tate è anonimo, senza passione.

E ben strano che un individuo a cui hanno ucciso in maniera così assurda e brutale la moglie e il figlio non faccia nulla per scoprire i colpevoli (sarà il padre di Sharon a farlo), non dedichi nulla alla memoria della moglie, e per di più continui a fare film dagli oscuri simbolismi occulti.
Nulla ci vieta di ipotizzare un’appartenenza di R. Polansky a quelle stesse sette che lui denunciò in Rosemary’ Baby. E forse la morte di Sharon è da leggersi come una vendetta di queste stesse organizzazioni contro il regista polacco che aveva osato dire troppo (troppo per quel tempo) oppure egli stesso può aver preso parte all’omicidio come mandante…fu accusato al suo ritorno anche di questo ma riuscì a scagionarsi. Ma nulla vieta di avere ancora dei dubbi in merito, in quanto Sharon era profondamente infelice del suo matrimonio al momento della sua morte, in quanto Roman la tradiva ripetutamente spesso con ragazzine molto giovani (ricordiamo il processo a Polansky per aver stuprato una 13enne) di cui lei era consapevole e il gelo che la gravidanza di lei aveva creato nel marito, che “non voleva accanto una borghese, ma una vera hippie libera da ogni vincolo “.
CHARLES MANSON E L’ABISSO DELLA DEATH VALLEY
parte seconda
Come in un paesaggio dello scrittore inglese James G. Ballard – le città d’artisti nel deserto come in Vermillion Sands, i paesaggi disegnati di scenografie cinematografiche che si confondono con i veri paesaggi della ‘realtà’, dove i protagonisti confondono i dati psichici con l’oggettività – la famiglia Manson trova nel ’68 il suo rifugio e quartier generale in un abbandonato e quasi dismesso set cinematografico. Servito negli anni ’50 per tanti film di genere, passato poi ai western di serie b e alla pubblicità Marlboro, il ranch di Spahn non se la passava bene, e Manson riesce a convincere l’ottantenne proprietario a far alloggiare la famiglia nei magazzini e edifici western in disuso, in cambio promette che lavoreranno per il ranch, che in quei giorni trovava le sue maggiori entrate solo nell’affitto dei cavalli.
I figli dei fiori della Family vivono e si muovono in bilico tra realtà e immaginazione in un villaggio western, a volte giocando a fare gli indiani e i cowboy, tra scenari di cartapesta, in un mondo onirico dove, come sentenziava Manson, dobbiamo giocare ad essere altro da noi stessi, da quello che la società e il nostro Karma ci hanno abituati a essere, e così trovare la nostra vera personalità, la nostra ‘anima’.
Il ranch sta nella California assolata alle porte di Los Angels, della Sunset Boulevard e del Topanga Canyon, di Bell Air e delle ricche ville dei divi, tutte zone di lavoro per la Family. La famiglia Manson si muove con un dismesso autobus di scuola (come era di moda a quel tempo) pitturato di nero.
Manson ha buoni rapporti con molti produttori e cantanti rock, tra questi Denis Wilson dei Beach Boys, a cui consumerà l’intero patrimonio e userà spesso le sue Ferrari, e le ragazze della Family arroventeranno i loro corpi nudi ai bordi della piscina della sua villa.
Manson raccoglie dalla strada giovani donne pazze della sua insaziabile energia sessuale, belle ragazze che, quando il pulmino si ferma per una sosta, amano vagare nude per i boschi. Tutte dai tredici ai vent’anni, ed è chiaro che quando si vede l’autobus nero fermo davanti ai cancelli di qualche villa nei dintorni di Los Angels, c’è Manson che offre le sue ragazze per i festini. Nella Family si girano anche film porno, che Manson vende a ricchi industriali e attori. Come è evidenziato nel libro di Ed Sanders sui delitti della Family, Manson non è, come si è veicolato nel processo Tate-La Bianca e sui mass media, nient’altro che un isolato e rancoroso invasato satanista che per odio decide d’improvviso di sterminare un po’ di gente famosa. In realtà Manson ha molti rapporti con quel mondo dello spettacolo, dal ’66 al 69 lo vedremo muoversi in ricche ville, alla guida di Ferrari prestate dalle stelle del rock, ricevere promesse di incidere un disco e addirittura la possibilità di scrivere un film sulla vita di Cristo, che non sarà accettato perché Manson lo voleva nero.
Manson è un prodotto delle spiagge di Malibou, dove si dice si svolgevano riti satanici, a detta di Sanders sanguinari, e si beve il sangue caldo di animali appena uccisi. E’ il mondo della chiesa satanica di La Vey e del regista della controcultura Kenneth Anger.
Sanders descrive Manson come dotato di potenti poteri ipnotici, di cui darà prova anche nel periodo di detenzione degli ultimi 6 anni che passerà in carcere prima del cambiamento: quando uscirà dal carcere, recluterà ragazze e dominerà la mente di chiunque verrà in contatto con lui. Si dice che Manson fosse analfabeta, ma ciò non gli impedirà di leggere nei 6 anni del cambiamento in carcerel’Apocalisse e molti libri di occultismo. Libri certo di non facile lettura, che metterebbero in seria difficoltà qualunque lettore medio, in ogni caso dotato di maggior cultura di quella accreditata a Manson.
Come conciliare tutto ciò con il Manson analfabeta? O Manson aveva delle incredibili e geniali doti naturali, oppure è solo una costruzione, un prodotto che è servito per scaricare gli omicidi.
Sia quel che sia, le ragazze che Manson raccoglie dalla strada non sono solo morte di fame, tra esse ci sono figlie di gente con i soldi e attori (di cui Manson usa le carte di credito). Tanto per fare un esempio, c’è la figlia di Angela Lansbury. L’attrice giungerà fin all’accampamento della Family, ma poi venuta in contatto con Manson, rinuncerà a qualsiasi azione penale, anzi, troverà la cosa buona, e accetterà che la figlia segua quell’orda di satanisti, drogati e altro. Perché? Sarebbe bastata una denuncia, la figlia di Ladsbury era minorenne, e Manson sarebbe stato sbattuto in galera. Eppure i ricchi lasciano i loro figli nelle mani di Manson. Anche se, forse, intervenire avrebbe evitato le stragi del 1969, seppure di denuncie la Family ce ne aveva addosso un bel po’, eppure Manson e i suoi accoliti continueranno ad agire indisturbati. La società californiana della controcultura, la polizia e il jet set culturale di quel periodo hanno contribuito a creare il ‘mostro’ Charles Satan Manson.
Prima delle stragi, Manson e le belle adolescenti in bilico tra prostitute e sacerdotesse – non a caso si facevano chiamare streghe – non facevano nulla più di quello di tanti altre comunità Hippy: droga, amore libero, qualche rito pagano sulla spiaggia o nel deserto della morte californiano, la Death Valley, e furti vari d’auto.
Cosa ha fatto oltrepassare il limite a Manson e alla Family?
Ed Sanders, nel suo libro sugli omicidi Manson, ha lavorato molto nel comprendere il melieau in cui è nata l’ideologia di morte della Family. Sappiamo che nella prima versione del libro lanciava precise accuse ad un famoso culto satanico del tempo. Questo culto, diventato chiesa, ha querelato Sanders, che fu costretto a togliere i riferimenti a questa setta. Seppure Sanders, anche se nascosti, ha mantenuto i riferimenti a questo culto satanico. In un punto del libro, l’autore accenna che a quel tempo nelle spiagge della California si muoveva un gruppo di famosi occultisti inglesi, il nome di questo gruppo era Movimento Quattro P. Dal libro di William Sims Bainbridge, Satan’s Power, tradotto in italiano Setta Satanica, leggiamo che il culto, che nel libro è chiamato Il Potere, ma che nella realtà è The Process Church of The Final Judgement – setta nata a Londra ma poi spostatasi in California – scelse il suo logo ispirandosi alla svastica. Però uno degli primi adepti disse a Bainbridge che fu scelto anche perché la forma ricordava una P.
Questo culto delle Quattro P a detta di Sanders viaggiava per la California con un set portatile composto di un forno crematorio, un altare, un tavolo d’obitorio, e vari accessori rituali, tra cui un coltello a quattro lame per sacrifici. Sanders ritiene orribile ciò che questo culto seminò in quegli anni in California.
Dalla indagine sociologica di Bainbridge apprendiamo che Manson per breve tempo frequentò il culto in questione, ma che The Process dimostrò di non aver nulla a che fare con gli omicidi della Family. Bainbridge nel suo libro di sociologia sul campo – l’autore non nascose i suoi propositi agli affiliati, tanto da diventarne amico e infine affiliato egli stesso – ci presenta questo culto come in definitiva abbastanza innocuo – tanto che un gruppo di suore apparirebbero più depravate dei componenti monastici di The Power, come Bainbridge chiama The Process.
Le influenze culturali che hanno formato Manson sono molteplici, e quel mondo californiano aveva molti rapporti con culti religiosi e satanici, riti pagani a Dei innominabili e forse anche sacrifici umani.
Manson sarebbe solo la punta di un iceberg.
Ad un certo punto, siamo nella fine del ’68, Manson decide di andare oltre, vuole affrontare il deserto, li in quel luogo di morte, nella Death Valley, è convinto di trovare la riposta alle sue domande. Come un cenobita percorre chilometri a piedi, con la lingua gonfia, disidratato, imbottito di droga, e un senso di imminente morte. Eppure sopravvive. Non ha paura dei serpenti, si avvicina loro e li prende in mano: li fissa. Anche i crotali cedono ai suoi poteri ipnotici. In quel luogo desolato, dove ci sono solo i vecchi accampamenti in rovina dei cercatori d’oro dei primi del novecento, città abbandonate con poche persone che non conoscono autorità o religione, la polizia non si avventura, ci sono solo alcuni disperati che cercano le pepite. Per Manson è’ un luogo adatto per isolare i suoi accoliti da qualsiasi influenza esterna, per dominare completamente la loro mente.
Ma Manson in quel deserto cerca qualcosa di più, crede nelle antiche leggende degli indiani Hopi, che sotto la Death Valley si celi una città sacra, un luogo di pace e delizia.
E Charles si mise alla ricerca del varco, della porta per l’altro mondo, del pozzo dell’Abisso…
Gli intrecci del destino
Parte terza
Parte terza
susy atkins e charles manson al processo
Le indagini condotte dopo la strage di Cielo Drive, portarono a rivelare di quanto due delle vittime, Jay Sebring e W. Frykowski, erano coinvolte nel traffico di droga, tant’è che una delle piste seguite dalla polizia fu proprio quella di un regolamento di conti in questo ambiente.
Alcune delle vittime della strage avevano amici in comune con Manson e la Family, oltre ad aver incontrato occasionalmente in qualche festa qualcuno della Family, se non Manson stesso.
E forse la stessa Sharon Tate aveva avuto modo d’incontrare il suo assassino prima della morte.
Qualche mese prima della strage, Manson si recò alla villa di Cielo Drive, parlò con Rudy Altobelli, amico dei Polanski, che ai due attori aveva venduto la villa e che abitava in una dependance poco lontano della villa stessa. Manson gli chiese di Terry Melcher. Altobelli lo informò che Terry Melcher si era trasferito nella villa della madre a Malibù e che ora a Cielo Drive ci abitavano i Polansky. Non è stato possibile stabilire perché quel giorno Manson fece visita alla villa, non certo per chiedere se fosse abitata ancora da Melcher, poiché doveva esserne già a conoscenza che ‘l’amico’ si era trasferito altrove – testimonianze affermano che Manson aveva già fatto precedentemente visita a Melcher alla villa di Malibù.
Ma le strade di Sharon e Manson si sfiorarono ancora… Pochi giorni prima della strage, dal 1 al 3 agosto, Manson si recò in un elitario centro termale frequentato dallo show business, lo Esalen Institut di Big Sur. E in quei tre giorni era presente al centro termale anche Sharon Tate!
La conferma della presenza di Manson al centro termale, gli permise di avere un alibi per un duplice omicidio avvenuto il 3 agosto a Los Angeles. Un informatore di Ed Sanders, alla richiesta all’Esalen di informazioni sulla presenza di Manson in quei giorni, fu minacciato di morte. All’Esalen Institut ci tenevano a tener nascosta la presenza di Charles Satan Manson in quei giorni. All’Esalen si tenevano anche sedute di psicoterapia per ricconi e attori di Hollywood. Cosa ci faceva in quel posto, e proprio in quei giorni prima della strage, Manson? Solo i bagni termali? Oppure… Comunque, evitiamo di pensare che facesse psicoterapia.
La strage è avvenuta tra la sera dell’8 e la notte del 9 agosto, Manson e Sharon stavano al centro termale nei giorni dal 1 al 3 agosto. Dopo quanto è successo, resta difficile non pensare che Manson sia andato al centro termale proprio per incontrare Sharon Tate. Circostanza troppo anomala per non essere presa in considerazione. Al centro termale c’era anche Abigail Folger, una delle vittime di Cielo Drive.
Dopo la carneficina, le produzioni sfruttando la tragedia rimisero in programmazione tutti i film della Tate, e anche un documentario sull’altra vittima Jay Sebring, parrucchiere dei divi di Hollywood. In questo documentario, guarda caso, faceva una piccola particina proprio Bobby Beasuleil, braccio destro di Manson, che nei giorni della strage di Cielo Drive era già in galera per l’omicidio ordinato da Manson di G. Hinman. Nel documentario Bobby interpretava la parte di cupido che scoccava una freccia, e proprio da queste scene fu soprannominato nell’ambiente ‘Cupido’.
I complicati intrecci della corda del destino stavano lavorando intorno a Sharon Tate, che sembra l’unica innocente in questa storia dove anche le vittime hanno le loro mostruosità da nascondere.
Sempre qualche giorno prima della strage, fu organizzato alla villa di Cielo Drive un festino, dove il pezzo forte era punire uno spacciatore che aveva dato una fregatura a W. Frykowski. La punizione era la fustigazione davanti a tutti dello spacciatore.
La Folger, W. Frykowski e Jay Sebring usavano la villa di Cielo Drive anche in assenza dei Polansky, e appaiono un po’ troppo ‘padroni’ di quello che succedeva nella villa.
La notte della strage, era presente nella foresteria a nemmeno 50 metri dalla villa, il guardiano, un giovane messo lì da R. Altobelli. Il giovane doveva badare anche al fox terrier dell’attrice e al Weimaraner di Altobelli, cane di grossa taglia e aggressivo. Secondo le testimonianze stesse degli autori della strage, Tex Watson e Susy Atkins, ci sono stati diversi spari e le vittime hanno urlato chiedendo aiuto. Ci sembra difficile che il guardiano non abbia sentito nulla come afferma, come ci sembra poco credibile che nessun altro delle ville nelle vicinanze abbia udito niente. Inoltre, come la stessa Atkins sostiene, ad un certo un punto il grosso cane le si era anche avvicinato e lei lo aveva accarezzato. Ci sembra improbabile che il cane, che abbaiava ad ogni persona che non conosceva, e che precedentemente aveva azzannato un conoscente in visita alla villa, se ne sia stato così buono. Su questa razza di cani leggiamo: Carattere, comportamento ed educazione: Anche in famiglia riesce a instaurare con tutti i componenti un buon rapporto, affezionato e ubbidiente con il padrone, dolce e paziente con i bambini come è sempre stato fin dalle sue origini. Al tempo stesso ha un’ottima predisposizione alla guardia grazie alla sua forte territorialità risultando molto protettivo nei confronti della famiglia. È consigliabile una socializzazione accurata fin dai primi mesi di vita, sia con persone sia con altri cani, perché a causa della loro naturale diffidenza verso gli estranei potrebbe manifestare un carattere aggressivo.
Di nuovo intorno a Sharon il destino intesseva la sua corda: Tutti zitti, nessuno ha visto e sentito nulla! Nemmeno il cane.
Le testimonianze rese al processo dagli autori dell’eccidio, come le perizie legali, confermano che Sharon e Jay Sebring non si sono mai mossi dal salone della villa e che lì sono stati uccisi. Eppure la polizia troverà davanti all’uscio di casa due grosse pozze di sangue del tipo di Sharon e Sebring. Allora? Se non si sono mai mossi dal salone, come spiegare quelle pozze di sangue…? Gli inquirenti sostennero che due pozze simili avrebbero potuto formarsi solo se i due corpi fossero stati lasciati lì per diverso tempo.
E’ sicuro, sempre secondo gli inquirenti, che dopo la strage ‘qualcuno’ è entrato nella villa e ha manomesso tutto. L’ipotesi è che fu Manson quella stessa notte a recarsi a Cielo Drive dopo la strage. Fece trasportare fuori i corpi per squartarli come i porci e appenderli allo stipite dell’entrata, poi trovando difficoltà, fece riportare i due corpi all’interno. Ci domandiamo a che scopo, tanto valeva lasciarli davanti alla porta, o no? Oppure si doveva rispettare una particolare scenografia rituale?
Tra le ipotesi fatte al tempo, ci fu quella di un festino alla villa, dove erano inviatati i componenti della Family, e che poi sia successo qualcosa che ha condotto agli omicidi.
Visti gli indizi, ciò non ci sembra molto lontano da una probabile ricostruzione dei fatti, certamente più credibile di quella ufficiale. Nulla ci vieta di pensare, visti i costumi di Jay Sebring e W. Frykowski, che quella sera non ci sia stato proprio un festino a base di Lsd ed altro… Ma credo che si può andare oltre – considerando le due pozze di sangue all’entrata della villa e che le urla delle vittime magicamente non sono state udite da nessuno -, ipotizzando che gli omicidi non siano avvenuti nella villa di Cielo Drive, ma in altro luogo, dove le urla non potevano essere sentite.
Dopo l’uccisione dei quattro, i corpi furono portati alla villa. Del resto convince poco il quartetto di carnefici che imbottiti di droga penetrano nella villa. Quando si è imbottiti di droga, magari non si pensa, come invece fu fatto, a tagliare i fili del telefono, o ad organizzare che uno dei componenti resti in macchina a fare da palo. Se sei imbottito di droga, dopo un fatto del genere, magari te ne resti lì a dormire o a mangiare o a suonare la chitarra, oppure scappi via facendo un gran casino. Tutta l’operazione di Cielo Drive, come risulta dal processo, può essere stata condotta solo da gente ben lucida e che eseguiva un preciso piano, cosa ben difficile per gente sotto un pesante effetto di allucinogeni. Al processo i carnefici hanno detto che prima d’entrare nella villa hanno controllato che non ci fosse il guardiano, che non trovarono nella foresteria. Dove stava il guardiano? Secondo la testimonianza di quest’ultimo, nel momento della strage si trovava nella foresteria ad ascoltare musica (ecco perché, sostiene lui, non sentì le urla e gli spari). Però il guardiano, agli inquirenti che lo sottoposero all’interrogatorio, aveva dato l’idea di essere molto confuso, di non ricordare bene gli avvenimenti. Sottoposto al test della macchina della verità, fu scagionato da ogni accusa.
Ma consideriamo la dinamica degli avvenimenti: nel momento in cui i carnefici della Family entravano nella villa, c’era nella foresteria un amico del guardiano, che aveva notato l’agitazione del cane di Altobelli, ma il guardiano non aveva dato peso alla cosa. Si erano sentiti anche dei rumori, e Parent, così si chiamava l’amico del guardiano, uscì dalla foresteria per controllare. Nei giardini della villa s’imbatté in Tex Watson che lo freddò subito con una pallottola. E intanto il guardiano cosa faceva? Sentiva la musica!
Quindi il guardiano ha sentito tutto, ma si è nascosto per paura. Oppure, vista la sua confusione, che sia stato drogato o ipnotizzato?
Per tornare al gruppetto dei carnefici, se erano imbottiti di droga, non avrebbero certo pensato a controllare se c’era il guardiano. Dare la colpa alle droghe è troppo facile, ed è uno dei metodi dell’informazione giornalistica per spiegare molti crimini. Come se gente drogata possa trasformarsi in lucidi e spietati killer, più razionali di chi non prenda nessuna droga. In molti casi con la droga si spiegano certi avvenimenti, proprio per non andare a ricercarne le vere cause.
E allora, riunendo i fili del discorso, nulla ci vieta di ipotizzare che Sharon abbia incontrato Manson all’Esalen Institut. Manson era una personalità magnetica, e Sharon era attratta dai lati oscuri della psiche…
Sharon e i suoi amici vengono invitati ad un particolare festino (forse al ranch di Manson? O in un’altra casa ben isolata e insonorizzata). E in quel festino Sharon trovò la morte, e forse nell’organizzazione c’entravano anche gli amici di Cielo Drive, i quali trovarono anche loro la morte quella notte… Poi i corpi furono riportati alla villa di Cielo Drive e messi a formare una scenografia rituale di morte…
Alcune delle vittime della strage avevano amici in comune con Manson e la Family, oltre ad aver incontrato occasionalmente in qualche festa qualcuno della Family, se non Manson stesso.
E forse la stessa Sharon Tate aveva avuto modo d’incontrare il suo assassino prima della morte.
Qualche mese prima della strage, Manson si recò alla villa di Cielo Drive, parlò con Rudy Altobelli, amico dei Polanski, che ai due attori aveva venduto la villa e che abitava in una dependance poco lontano della villa stessa. Manson gli chiese di Terry Melcher. Altobelli lo informò che Terry Melcher si era trasferito nella villa della madre a Malibù e che ora a Cielo Drive ci abitavano i Polansky. Non è stato possibile stabilire perché quel giorno Manson fece visita alla villa, non certo per chiedere se fosse abitata ancora da Melcher, poiché doveva esserne già a conoscenza che ‘l’amico’ si era trasferito altrove – testimonianze affermano che Manson aveva già fatto precedentemente visita a Melcher alla villa di Malibù.
Ma le strade di Sharon e Manson si sfiorarono ancora… Pochi giorni prima della strage, dal 1 al 3 agosto, Manson si recò in un elitario centro termale frequentato dallo show business, lo Esalen Institut di Big Sur. E in quei tre giorni era presente al centro termale anche Sharon Tate!
La conferma della presenza di Manson al centro termale, gli permise di avere un alibi per un duplice omicidio avvenuto il 3 agosto a Los Angeles. Un informatore di Ed Sanders, alla richiesta all’Esalen di informazioni sulla presenza di Manson in quei giorni, fu minacciato di morte. All’Esalen Institut ci tenevano a tener nascosta la presenza di Charles Satan Manson in quei giorni. All’Esalen si tenevano anche sedute di psicoterapia per ricconi e attori di Hollywood. Cosa ci faceva in quel posto, e proprio in quei giorni prima della strage, Manson? Solo i bagni termali? Oppure… Comunque, evitiamo di pensare che facesse psicoterapia.
La strage è avvenuta tra la sera dell’8 e la notte del 9 agosto, Manson e Sharon stavano al centro termale nei giorni dal 1 al 3 agosto. Dopo quanto è successo, resta difficile non pensare che Manson sia andato al centro termale proprio per incontrare Sharon Tate. Circostanza troppo anomala per non essere presa in considerazione. Al centro termale c’era anche Abigail Folger, una delle vittime di Cielo Drive.
Dopo la carneficina, le produzioni sfruttando la tragedia rimisero in programmazione tutti i film della Tate, e anche un documentario sull’altra vittima Jay Sebring, parrucchiere dei divi di Hollywood. In questo documentario, guarda caso, faceva una piccola particina proprio Bobby Beasuleil, braccio destro di Manson, che nei giorni della strage di Cielo Drive era già in galera per l’omicidio ordinato da Manson di G. Hinman. Nel documentario Bobby interpretava la parte di cupido che scoccava una freccia, e proprio da queste scene fu soprannominato nell’ambiente ‘Cupido’.
I complicati intrecci della corda del destino stavano lavorando intorno a Sharon Tate, che sembra l’unica innocente in questa storia dove anche le vittime hanno le loro mostruosità da nascondere.
Sempre qualche giorno prima della strage, fu organizzato alla villa di Cielo Drive un festino, dove il pezzo forte era punire uno spacciatore che aveva dato una fregatura a W. Frykowski. La punizione era la fustigazione davanti a tutti dello spacciatore.
La Folger, W. Frykowski e Jay Sebring usavano la villa di Cielo Drive anche in assenza dei Polansky, e appaiono un po’ troppo ‘padroni’ di quello che succedeva nella villa.
La notte della strage, era presente nella foresteria a nemmeno 50 metri dalla villa, il guardiano, un giovane messo lì da R. Altobelli. Il giovane doveva badare anche al fox terrier dell’attrice e al Weimaraner di Altobelli, cane di grossa taglia e aggressivo. Secondo le testimonianze stesse degli autori della strage, Tex Watson e Susy Atkins, ci sono stati diversi spari e le vittime hanno urlato chiedendo aiuto. Ci sembra difficile che il guardiano non abbia sentito nulla come afferma, come ci sembra poco credibile che nessun altro delle ville nelle vicinanze abbia udito niente. Inoltre, come la stessa Atkins sostiene, ad un certo un punto il grosso cane le si era anche avvicinato e lei lo aveva accarezzato. Ci sembra improbabile che il cane, che abbaiava ad ogni persona che non conosceva, e che precedentemente aveva azzannato un conoscente in visita alla villa, se ne sia stato così buono. Su questa razza di cani leggiamo: Carattere, comportamento ed educazione: Anche in famiglia riesce a instaurare con tutti i componenti un buon rapporto, affezionato e ubbidiente con il padrone, dolce e paziente con i bambini come è sempre stato fin dalle sue origini. Al tempo stesso ha un’ottima predisposizione alla guardia grazie alla sua forte territorialità risultando molto protettivo nei confronti della famiglia. È consigliabile una socializzazione accurata fin dai primi mesi di vita, sia con persone sia con altri cani, perché a causa della loro naturale diffidenza verso gli estranei potrebbe manifestare un carattere aggressivo.
Di nuovo intorno a Sharon il destino intesseva la sua corda: Tutti zitti, nessuno ha visto e sentito nulla! Nemmeno il cane.
Le testimonianze rese al processo dagli autori dell’eccidio, come le perizie legali, confermano che Sharon e Jay Sebring non si sono mai mossi dal salone della villa e che lì sono stati uccisi. Eppure la polizia troverà davanti all’uscio di casa due grosse pozze di sangue del tipo di Sharon e Sebring. Allora? Se non si sono mai mossi dal salone, come spiegare quelle pozze di sangue…? Gli inquirenti sostennero che due pozze simili avrebbero potuto formarsi solo se i due corpi fossero stati lasciati lì per diverso tempo.
E’ sicuro, sempre secondo gli inquirenti, che dopo la strage ‘qualcuno’ è entrato nella villa e ha manomesso tutto. L’ipotesi è che fu Manson quella stessa notte a recarsi a Cielo Drive dopo la strage. Fece trasportare fuori i corpi per squartarli come i porci e appenderli allo stipite dell’entrata, poi trovando difficoltà, fece riportare i due corpi all’interno. Ci domandiamo a che scopo, tanto valeva lasciarli davanti alla porta, o no? Oppure si doveva rispettare una particolare scenografia rituale?
Tra le ipotesi fatte al tempo, ci fu quella di un festino alla villa, dove erano inviatati i componenti della Family, e che poi sia successo qualcosa che ha condotto agli omicidi.
Visti gli indizi, ciò non ci sembra molto lontano da una probabile ricostruzione dei fatti, certamente più credibile di quella ufficiale. Nulla ci vieta di pensare, visti i costumi di Jay Sebring e W. Frykowski, che quella sera non ci sia stato proprio un festino a base di Lsd ed altro… Ma credo che si può andare oltre – considerando le due pozze di sangue all’entrata della villa e che le urla delle vittime magicamente non sono state udite da nessuno -, ipotizzando che gli omicidi non siano avvenuti nella villa di Cielo Drive, ma in altro luogo, dove le urla non potevano essere sentite.
Dopo l’uccisione dei quattro, i corpi furono portati alla villa. Del resto convince poco il quartetto di carnefici che imbottiti di droga penetrano nella villa. Quando si è imbottiti di droga, magari non si pensa, come invece fu fatto, a tagliare i fili del telefono, o ad organizzare che uno dei componenti resti in macchina a fare da palo. Se sei imbottito di droga, dopo un fatto del genere, magari te ne resti lì a dormire o a mangiare o a suonare la chitarra, oppure scappi via facendo un gran casino. Tutta l’operazione di Cielo Drive, come risulta dal processo, può essere stata condotta solo da gente ben lucida e che eseguiva un preciso piano, cosa ben difficile per gente sotto un pesante effetto di allucinogeni. Al processo i carnefici hanno detto che prima d’entrare nella villa hanno controllato che non ci fosse il guardiano, che non trovarono nella foresteria. Dove stava il guardiano? Secondo la testimonianza di quest’ultimo, nel momento della strage si trovava nella foresteria ad ascoltare musica (ecco perché, sostiene lui, non sentì le urla e gli spari). Però il guardiano, agli inquirenti che lo sottoposero all’interrogatorio, aveva dato l’idea di essere molto confuso, di non ricordare bene gli avvenimenti. Sottoposto al test della macchina della verità, fu scagionato da ogni accusa.
Ma consideriamo la dinamica degli avvenimenti: nel momento in cui i carnefici della Family entravano nella villa, c’era nella foresteria un amico del guardiano, che aveva notato l’agitazione del cane di Altobelli, ma il guardiano non aveva dato peso alla cosa. Si erano sentiti anche dei rumori, e Parent, così si chiamava l’amico del guardiano, uscì dalla foresteria per controllare. Nei giardini della villa s’imbatté in Tex Watson che lo freddò subito con una pallottola. E intanto il guardiano cosa faceva? Sentiva la musica!
Quindi il guardiano ha sentito tutto, ma si è nascosto per paura. Oppure, vista la sua confusione, che sia stato drogato o ipnotizzato?
Per tornare al gruppetto dei carnefici, se erano imbottiti di droga, non avrebbero certo pensato a controllare se c’era il guardiano. Dare la colpa alle droghe è troppo facile, ed è uno dei metodi dell’informazione giornalistica per spiegare molti crimini. Come se gente drogata possa trasformarsi in lucidi e spietati killer, più razionali di chi non prenda nessuna droga. In molti casi con la droga si spiegano certi avvenimenti, proprio per non andare a ricercarne le vere cause.
E allora, riunendo i fili del discorso, nulla ci vieta di ipotizzare che Sharon abbia incontrato Manson all’Esalen Institut. Manson era una personalità magnetica, e Sharon era attratta dai lati oscuri della psiche…
Sharon e i suoi amici vengono invitati ad un particolare festino (forse al ranch di Manson? O in un’altra casa ben isolata e insonorizzata). E in quel festino Sharon trovò la morte, e forse nell’organizzazione c’entravano anche gli amici di Cielo Drive, i quali trovarono anche loro la morte quella notte… Poi i corpi furono riportati alla villa di Cielo Drive e messi a formare una scenografia rituale di morte…
Nella vita e nel passato delle vittime di Cielo Drive ci sono molti punti di contatto con gli interessi e le abitudini della Family di Manson:
Abigal Folger, oltre ad essere una ricca ereditiera, esperta e collezionista d’arte, promotrice di opere sociali e civili per la comunità nera, era conosciuta anche per divertirsi a girare con la sua cinepresa Super8 ‘certi’ filmini erotici (per alcuni ‘eccessivamente spinti’) con hippy e gente più o meno famosa lungo i bordi delle piscine delle lussuose ville nei dintorni di Los Angeles.
Nella casa di Jay Sebring furono trovate foto di attori famosi e dello stesso parrucchiere in situazioni sadomaso (a detta di molti eccessivamente ‘imbarazzanti’).
Jay Sebring, che prendeva cifre da capogiro per un taglio di capelli da uomo e che Paul Newman quando doveva tagliarsi i capelli lo faceva chiamare e gli pagava l’aereo in qualsiasi posto egli stava, aveva organizzato con W. Frykowski il più importante traffico di droga della California.
Per finire, se qualcuno faceva uno sgarbo a W. Frykowski, questi per tutta risposta organizzava un festivo con relativa punizione del malcapitato.
Nella sua autobiografia, R. Polansky accenna alle foto e ai costumi sessuali di J. Sebring, ma in sua difesa dice che rientravano nella norma di una vita sessuale disinibita, e che non potevano portare prove a sostegno di un suo coinvolgimento nella strage. E sia. Però, quando c’è di mezzo un omicidio, e noi non siamo dei moralisti, allora tutto assume un altro aspetto, e ciò che, senza pruderie morali, ci sembrerebbe normale in altre situazioni, in questa prospettiva ci appare inevitabilmente sospetto. Polansky accenna anche di qualche bustina di droga trovata dagli inquirenti nella villa di Cielo Drive e nella macchina di Sebring parcheggiata in giardino, Certo, sempre tutto normale, anche Polansky confessa di aver fumato qualche spinello, e chi non l’ha fatto. Ma nel caso di Sebring e Frykowski la polizia ha scoperto un vero traffico di droga da migliaia di dollari! Quindi non erano dei semplici consumatori, erano degli spacciatori, che quindi conoscevano altri spacciatori, erano nel giro, e anche Manson era nel giro, e tutti gravitavano intorno Los Angeles, e anche alla Family si facevano film porno come si divertiva a fare Abigail Folger…
E allora a noi sembra che il destino abbia stretto bene la corda intorno a Sharon… Sharon doveva essere uccisa, era la vittima sacrificale…
Abigal Folger, oltre ad essere una ricca ereditiera, esperta e collezionista d’arte, promotrice di opere sociali e civili per la comunità nera, era conosciuta anche per divertirsi a girare con la sua cinepresa Super8 ‘certi’ filmini erotici (per alcuni ‘eccessivamente spinti’) con hippy e gente più o meno famosa lungo i bordi delle piscine delle lussuose ville nei dintorni di Los Angeles.
Nella casa di Jay Sebring furono trovate foto di attori famosi e dello stesso parrucchiere in situazioni sadomaso (a detta di molti eccessivamente ‘imbarazzanti’).
Jay Sebring, che prendeva cifre da capogiro per un taglio di capelli da uomo e che Paul Newman quando doveva tagliarsi i capelli lo faceva chiamare e gli pagava l’aereo in qualsiasi posto egli stava, aveva organizzato con W. Frykowski il più importante traffico di droga della California.
Per finire, se qualcuno faceva uno sgarbo a W. Frykowski, questi per tutta risposta organizzava un festivo con relativa punizione del malcapitato.
Nella sua autobiografia, R. Polansky accenna alle foto e ai costumi sessuali di J. Sebring, ma in sua difesa dice che rientravano nella norma di una vita sessuale disinibita, e che non potevano portare prove a sostegno di un suo coinvolgimento nella strage. E sia. Però, quando c’è di mezzo un omicidio, e noi non siamo dei moralisti, allora tutto assume un altro aspetto, e ciò che, senza pruderie morali, ci sembrerebbe normale in altre situazioni, in questa prospettiva ci appare inevitabilmente sospetto. Polansky accenna anche di qualche bustina di droga trovata dagli inquirenti nella villa di Cielo Drive e nella macchina di Sebring parcheggiata in giardino, Certo, sempre tutto normale, anche Polansky confessa di aver fumato qualche spinello, e chi non l’ha fatto. Ma nel caso di Sebring e Frykowski la polizia ha scoperto un vero traffico di droga da migliaia di dollari! Quindi non erano dei semplici consumatori, erano degli spacciatori, che quindi conoscevano altri spacciatori, erano nel giro, e anche Manson era nel giro, e tutti gravitavano intorno Los Angeles, e anche alla Family si facevano film porno come si divertiva a fare Abigail Folger…
E allora a noi sembra che il destino abbia stretto bene la corda intorno a Sharon… Sharon doveva essere uccisa, era la vittima sacrificale…
CHARLES MANSON E TECNICHE DI CONTROLLO MENTALE
Parte quarta
Dopo l’arresto di Manson e degli altri componenti della Family nell’ottobre del ‘69, ci furono una serie di omicidi, di suicidi e di fortuiti incidenti di testimoni appartenenti alla Family, o amici di adepti della Family. Tutto questo segue un programma ben noto in certi particolari omicidi coperti (vedi in Italia Il Mostro di Firenze tra i tanti). Magicamente chi può testimoniare si uccide o ha un provvidenziale incidente.
Tutto ciò basterebbe a mettere sull’avviso chiunque, ma non la macchina internazionale della Giustizia, che in ogni paese funziona alla stessa maniera.
Nell’agosto del ’69 Manson e la Family si trasferiscono definitivamente nella Death Valley, ogni ponte con la civiltà è reciso. Manson prepara i suoi alla sua delirante profezia: i negri d’America faranno una rivoluzione, rovesceranno il governo, e solo loro, la Family, in sella alle dune buggy del deserto, saprà fronteggiare come ultimo baluardo bianco la razza infernale negra.
Nell’agosto del ’69 Manson e la Family si trasferiscono definitivamente nella Death Valley, ogni ponte con la civiltà è reciso. Manson prepara i suoi alla sua delirante profezia: i negri d’America faranno una rivoluzione, rovesceranno il governo, e solo loro, la Family, in sella alle dune buggy del deserto, saprà fronteggiare come ultimo baluardo bianco la razza infernale negra.
Nel deserto oltre i 40 gradi, nella solitudine assoluta come quella di un pianeta alieno, Manson può finire il suo lavoro di controllo mentale degli adepti, in maggioranza donne. Quando queste entrano nella Family vengono fatte spogliare e valutate da Manson. Poi le adepte subiscono attraverso il dominio sessuale quella completa perdita di volontà che le renderà docili esecutrici della volontà unica di Manson, dell’Anima, come si faceva chiamare. Ai pasti mangiano prima gli uomini, poi le donne, ma prima devono offrire il pasto ai cani, e poi hanno il permesso di mangiare gli avanzi degli animali. Nelle baracche della Family e tra le dune del deserto le donne devono starsene nude, al massimo con le mutandine, docili, ad un ordine di Manson, ad accoppiarsi con uno o più uomini, anche sconosciuti. Devono praticare la fellatio su ordinazione non solo sui membri maschili della Family, ma anche sui cani. Questo uso del sesso come iniziazione alla completa umiliazione e sottomissione, uscendo anche dai limiti dell’umano con il rapporto animale, distrugge la dignità e scardina l’identità, a cui verrà sostituita una nuova: quella di macchine pronte ad eseguire i propositi criminali di Manson.
Ma questo controllo sulla volontà avveniva anche sugli uomini. Quando fu interrogato Tex Watson, esecutore degli omicidi Tate-LaBianca, gli inquirenti verificarono che l’uomo sembrava aver perso il 30 per cento delle sue possibilità mentali, come se qualcosa avesse mangiato parte del suo cervello. Inoltre, sia al momento dell’arresto che in carcere, tutte le adepte sembravano collegate tra loro da una volontà unica: erano allegre, improvvisavano spogliarelli, urinavano davanti ai poliziotti, si tenevano mano nella mano in circolo salmodiando misteriose litanie come seguendo gli ordini di Manson che sussurrava nella sua cella delle parole incomprensibili. Invece, quando le donne si trovavano isolate nelle loro rispettive celle, cadevano in una specie di abulia.
Ci domandiamo dove Manson abbia appreso simili tecniche di controllo mentale. Ed Sanders, nel suo libro pubblicato nel ’71, accenna in poche righe di quanto si dovrebbe investigare per capire gli omicidi della Family in certe tecniche di controllo mentale. Si era nel ’71, e non erano ancora stati resi pubblici i documenti del progetto di controllo mentale della CIA denominato MKULTRA. I documenti furono resi noti nel ’75.
In questo progetto voluto dal capo della CIA Allan Dulles nel ’53, con lo scopo di creare potenziali assassini agli ordini della CIA, si praticavano sulle cavie, per minarne la volontà e per creare quelle personalità multiple (individui programmati dove convivono più personalità, ognuna all’oscuro dell’altra, e quando l’una è cosciente non ricorda niente dell’altra), l’elettroshock, uso pesante di LSD, deprivazione sensoriale, percosse, tortura, messaggi continui diffusi da altoparlanti alle cavie chiuse in isolamento. Tutti mezzi invasivi, violenti. Non potendo dare un giudizio su un simile progetto – da notare che quasi tutti documenti relativi furono distrutti al momento dell’ordine di divulgazione nel ’75 dal capo della CIA -, ci domandiamo se per controllare la mente e la volontà siano poi così necessarie simili tecniche, che nella maggioranza dei casi portarono a squilibrio mentale le cavie e in certi casi a suicidio.
Tra i tanti esempi che potremmo fare per contrastare la necessità di simili mezzi, c’è appunto l’esperienza della Family. Manson è riuscito ad avere il controllo totale su più di una trentina di persone, senza l’uso di macchinari tecnologici o tecniche invasive.
Riteniamo che nella letteratura esoterica e occultistica siano descritte simili pratiche di controllo mentale, seppure di difficile decifrazione nei relativi testi, nascoste in allegorie o discorsi indiretti, oppure, se diretti, il lettore ritenendo troppo semplice il discorso non da loro credito. Seppure molti di questi testi non sono mai stati pubblicati, restando solo sotto forma di manoscritto, veicolati in copie all’interno degli ambienti iniziatici.
Forse il progetto MKULTRA è una delle tante informazioni-disiformazioni. Potrebbe essere stato messo in giro proprio dalla CIA, o da certi altri organi, per depistare, per far credere che per il controllo della mente servono simili costose tecniche, che hanno bisogno dell’ausilio di complicati macchinari, della partecipazione di decine di scienziati, d’università (trenta università collaboravano al progetto MKULTRA). Invece, forse, il problema è più semplice di ciò che si crede. Esisterebbero tecniche meno appariscenti, ma più efficaci.
Manson e il suo lavoro sulle adepte della Family lo starebbe a dimostrare.
E, forse, condizionare la mente non è poi così difficile, tanto da richiedere come nel progetto MKULTRA trenta elettroschok!
Se analizziamo la struttura sociale delle comuni hippye degli anni ’60, vediamo che il fulcro è sempre un leader. Come nel mondo da cui si vuole fuggire, anche nella comune si ricreano gli stessi meccanismi, ma nel caso di una comune, il leader non è colui che deve soffocare la libertà dei suoi adepti, come avviene nella società civile, al contrario, la deve liberare. E proprio in questa accezione, il leader assume valenza di TOTEM, come si faceva chiamare Manson, l’Anima. Ogni anima di un adepto avida di conoscenza e limitata vede in questa luce dell’Anima una strada da seguire, una via che la può liberare dalla sua prigionia, dalla paura. Di fronte ad un simile afflato della psiche, un condizionamento mentale non è cosa poi così difficile.
Ne abbiamo esempi lampanti in religioni riconosciute, programmi televisivi, cinema, libri e altro.
Alcuni ricercatori hanno addirittura avanzato l’ipotesi che lo stesso funzionamento del cervello umano sia una specie d’ipnosi, che entri in questo stato ipnotico auto indotto nel momento della ricerca di una soluzione ad un problema: la mente per funzionare deve cadere in uno stato ossessivo, quindi ipnotico, e si giunge ad affermare che la stessa struttura di funzionamento del cervello è proprio nella ripetività delle onde cerebrali del digramma dell’encefalogramma. E’ proprio quel meccanismo dell’eguale che si ripete che regolerebbe il funzionamento della mente stessa.
Ciò porterebbe alla conclusione che il controllo della volontà è insito nella mente stessa, e proprio per far funzionare il cervello al meglio, lo stesso individuo domina il suo stesso cervello, lo ipnotizzerebbe.
Vere che siano queste teorie, resta il fatto che gli agenti governativi dell’MKULTRA invece di costringere delle cavie a subire simili trattamenti, oppure coinvolgerne altre con l’inganno, avrebbero potuto semplicemente farsi un giro nelle strade della California, sicuramente in quel periodo dei ’60 avrebbero trovato molti disposti a sottoporsi ad esperimenti con gli acidi, oppure ad entrare a far parte di sette religiose, dove il controllo della mente è più semplice e pulito. E solo in seguito si sarebbero potute usare certe tecniche più invasive, farle accettare non sarebbe stato difficile, la scusa era il progresso dell’individuo stesso, e gli adepti di tante sette ci si sarebbero sottoposti di propria volontà.
La legge degli Stati Uniti sulla divulgazione di documenti segreti del governo dopo un periodo d’anni, Freedom of Information Act (FOIA), ha un po’ l’aspetto di un bluff nella sostanza, in quanto se un segreto lo è ancora attualmente, come nel caso dell’MKULTRA, allora è facile prima della divulgazione far scomparire i documenti (come successe per il progetto MKULTRA), oppure se vengono pubblicati, le ipotesi sono due: o i documenti non sono più pericolosi, oppure si divulgano per disinformare sotto la copertura di aver rivelato una verità segreta.
Charles Manson uccise, ordinò omicidi, violentò donne, mise incinta minorenni, spacciò droga e rubò, eppure la potente macchina della Giustizia degli Stati Uniti entrò in funzione solo quando Charles, preso da un attacco di insofferenza nei confronti di un’escavatrice che aveva osato scavare nel deserto, lungo il tragitto da lui in quel momento percorso, una buca. Insieme ai suoi amici, convinti da Manson che si trattava dell’inizio delle ostilità dei negri rivoluzionari, la fece esplodere.
A quel punto il governo degli Stai Uniti, che era proprietario del mezzo, considerò questo affronto gravissimo, e si scatenò in una battuta di caccia all’uomo con trecento uomini, trenta elicotteri, cani… Un’implacabile caccia a trenta capelloni drogati e rimbambiti da un guru alto 1,68 semi analfabeta.
In quella terra di nessuno che è la Death Valley le forze dell’ordine scatenarono l’inferno e assicurarono al carcere i pericolosi criminali (che però ancora non si sapeva che fossero) distruttrici di escavatrici.
La maggior parte venne liberata, solo Manson e qualcun altro venne trattenuto, perché su di loro si trovarono altri capi d’accusa. Comunque, lo scopo della giustizia era liberarsi di quei capelloni che rubavano macchine e spacciavano droga.
Solo dopo un mese si venne a sapere che Manson e i suoi erano i responsabili di uno dei più efferati crimini mai commessi.
Tutta colpa di Susy Atkins, anche lei trattenuta in carcere, che non ce la fece a non dir tutto a una compagna di cella.
Fu più forte di lei vantarsi di aver commesso quegli omicidi.
Ci domandiamo dove Manson abbia appreso simili tecniche di controllo mentale. Ed Sanders, nel suo libro pubblicato nel ’71, accenna in poche righe di quanto si dovrebbe investigare per capire gli omicidi della Family in certe tecniche di controllo mentale. Si era nel ’71, e non erano ancora stati resi pubblici i documenti del progetto di controllo mentale della CIA denominato MKULTRA. I documenti furono resi noti nel ’75.
In questo progetto voluto dal capo della CIA Allan Dulles nel ’53, con lo scopo di creare potenziali assassini agli ordini della CIA, si praticavano sulle cavie, per minarne la volontà e per creare quelle personalità multiple (individui programmati dove convivono più personalità, ognuna all’oscuro dell’altra, e quando l’una è cosciente non ricorda niente dell’altra), l’elettroshock, uso pesante di LSD, deprivazione sensoriale, percosse, tortura, messaggi continui diffusi da altoparlanti alle cavie chiuse in isolamento. Tutti mezzi invasivi, violenti. Non potendo dare un giudizio su un simile progetto – da notare che quasi tutti documenti relativi furono distrutti al momento dell’ordine di divulgazione nel ’75 dal capo della CIA -, ci domandiamo se per controllare la mente e la volontà siano poi così necessarie simili tecniche, che nella maggioranza dei casi portarono a squilibrio mentale le cavie e in certi casi a suicidio.
Tra i tanti esempi che potremmo fare per contrastare la necessità di simili mezzi, c’è appunto l’esperienza della Family. Manson è riuscito ad avere il controllo totale su più di una trentina di persone, senza l’uso di macchinari tecnologici o tecniche invasive.
Riteniamo che nella letteratura esoterica e occultistica siano descritte simili pratiche di controllo mentale, seppure di difficile decifrazione nei relativi testi, nascoste in allegorie o discorsi indiretti, oppure, se diretti, il lettore ritenendo troppo semplice il discorso non da loro credito. Seppure molti di questi testi non sono mai stati pubblicati, restando solo sotto forma di manoscritto, veicolati in copie all’interno degli ambienti iniziatici.
Forse il progetto MKULTRA è una delle tante informazioni-disiformazioni. Potrebbe essere stato messo in giro proprio dalla CIA, o da certi altri organi, per depistare, per far credere che per il controllo della mente servono simili costose tecniche, che hanno bisogno dell’ausilio di complicati macchinari, della partecipazione di decine di scienziati, d’università (trenta università collaboravano al progetto MKULTRA). Invece, forse, il problema è più semplice di ciò che si crede. Esisterebbero tecniche meno appariscenti, ma più efficaci.
Manson e il suo lavoro sulle adepte della Family lo starebbe a dimostrare.
E, forse, condizionare la mente non è poi così difficile, tanto da richiedere come nel progetto MKULTRA trenta elettroschok!
Se analizziamo la struttura sociale delle comuni hippye degli anni ’60, vediamo che il fulcro è sempre un leader. Come nel mondo da cui si vuole fuggire, anche nella comune si ricreano gli stessi meccanismi, ma nel caso di una comune, il leader non è colui che deve soffocare la libertà dei suoi adepti, come avviene nella società civile, al contrario, la deve liberare. E proprio in questa accezione, il leader assume valenza di TOTEM, come si faceva chiamare Manson, l’Anima. Ogni anima di un adepto avida di conoscenza e limitata vede in questa luce dell’Anima una strada da seguire, una via che la può liberare dalla sua prigionia, dalla paura. Di fronte ad un simile afflato della psiche, un condizionamento mentale non è cosa poi così difficile.
Ne abbiamo esempi lampanti in religioni riconosciute, programmi televisivi, cinema, libri e altro.
Alcuni ricercatori hanno addirittura avanzato l’ipotesi che lo stesso funzionamento del cervello umano sia una specie d’ipnosi, che entri in questo stato ipnotico auto indotto nel momento della ricerca di una soluzione ad un problema: la mente per funzionare deve cadere in uno stato ossessivo, quindi ipnotico, e si giunge ad affermare che la stessa struttura di funzionamento del cervello è proprio nella ripetività delle onde cerebrali del digramma dell’encefalogramma. E’ proprio quel meccanismo dell’eguale che si ripete che regolerebbe il funzionamento della mente stessa.
Ciò porterebbe alla conclusione che il controllo della volontà è insito nella mente stessa, e proprio per far funzionare il cervello al meglio, lo stesso individuo domina il suo stesso cervello, lo ipnotizzerebbe.
Vere che siano queste teorie, resta il fatto che gli agenti governativi dell’MKULTRA invece di costringere delle cavie a subire simili trattamenti, oppure coinvolgerne altre con l’inganno, avrebbero potuto semplicemente farsi un giro nelle strade della California, sicuramente in quel periodo dei ’60 avrebbero trovato molti disposti a sottoporsi ad esperimenti con gli acidi, oppure ad entrare a far parte di sette religiose, dove il controllo della mente è più semplice e pulito. E solo in seguito si sarebbero potute usare certe tecniche più invasive, farle accettare non sarebbe stato difficile, la scusa era il progresso dell’individuo stesso, e gli adepti di tante sette ci si sarebbero sottoposti di propria volontà.
La legge degli Stati Uniti sulla divulgazione di documenti segreti del governo dopo un periodo d’anni, Freedom of Information Act (FOIA), ha un po’ l’aspetto di un bluff nella sostanza, in quanto se un segreto lo è ancora attualmente, come nel caso dell’MKULTRA, allora è facile prima della divulgazione far scomparire i documenti (come successe per il progetto MKULTRA), oppure se vengono pubblicati, le ipotesi sono due: o i documenti non sono più pericolosi, oppure si divulgano per disinformare sotto la copertura di aver rivelato una verità segreta.
Charles Manson uccise, ordinò omicidi, violentò donne, mise incinta minorenni, spacciò droga e rubò, eppure la potente macchina della Giustizia degli Stati Uniti entrò in funzione solo quando Charles, preso da un attacco di insofferenza nei confronti di un’escavatrice che aveva osato scavare nel deserto, lungo il tragitto da lui in quel momento percorso, una buca. Insieme ai suoi amici, convinti da Manson che si trattava dell’inizio delle ostilità dei negri rivoluzionari, la fece esplodere.
A quel punto il governo degli Stai Uniti, che era proprietario del mezzo, considerò questo affronto gravissimo, e si scatenò in una battuta di caccia all’uomo con trecento uomini, trenta elicotteri, cani… Un’implacabile caccia a trenta capelloni drogati e rimbambiti da un guru alto 1,68 semi analfabeta.
In quella terra di nessuno che è la Death Valley le forze dell’ordine scatenarono l’inferno e assicurarono al carcere i pericolosi criminali (che però ancora non si sapeva che fossero) distruttrici di escavatrici.
La maggior parte venne liberata, solo Manson e qualcun altro venne trattenuto, perché su di loro si trovarono altri capi d’accusa. Comunque, lo scopo della giustizia era liberarsi di quei capelloni che rubavano macchine e spacciavano droga.
Solo dopo un mese si venne a sapere che Manson e i suoi erano i responsabili di uno dei più efferati crimini mai commessi.
Tutta colpa di Susy Atkins, anche lei trattenuta in carcere, che non ce la fece a non dir tutto a una compagna di cella.
Fu più forte di lei vantarsi di aver commesso quegli omicidi.
Ho evitato volutamente di inserire foto del massacro e dei cadaveri mutilati, per rispetto alla memoria di Sharon e delle altre vittime, preferisco ricordarla in quest’ultima foto che la ritrae nel pieno della sua vita.

fonti:
ED SANDERS, I DELITTI DELLA FAMIGLIA MANSON
DAVI ICKE, … E LA VERITA’ VI RENDERA’ LIBERI
William Sims Bainbridge, Satan’s Power (trad. Italiana: Setta Satanica)
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